«Ho tinto i capelli di scuro per essere presa sul serio al lavoro»
mercoledì 13/09/2017
Eileen Carey (foto) è amministratrice delegata di un’azienda della Silicon Valley. Ed è una delle «100 donne influenti e capaci di ispirare» scelte dalla Bbc lo scorso anno: a tutte, l’emittente britannica sta chiedendo un contributo al dibattito su soffitto di vetro, sessismo, molestie.
Ecco come rivela il suo «segreto» per avere successo: «Ero bionda, portavo le lenti a contatto e i tacchi a spillo. Ora mi sono tinta i capelli di scuro, ho messo gli occhiali. Ecco come mi sono fatta strada e sono risultata più credibile», racconta.
«La prima volta che mi sono tinta i capelli, ho seguito le indicazioni di una donna che aveva avuto successo negli affari». Le era stato detto che gli investitori si sarebbero trovati meglio con una bruna che con una bionda. «Da bruna sembravo un po’ più vecchia e questo mi aiutava a essere presa sul serio», continua, aggiungendo che anche quello che poteva essere considerato un look sexy è cambiato a favore di «un look maschile con l’obiettivo di stare lontano da qualsiasi possibile avance sessuale».
Insomma: ci si mettono i capelli a confermare gli stereotipi.
«Il castano sembra più familiare e meno aggressivo». Un’impressione confermata dalle persone incontrate nei colloqui di lavoro per la sua startup, Glassbreakers, che realizza software. «C’erano donne che avevano fatto la stessa cosa e abbiamo parlato di questo pregiudizio sulle bionde che sono più abbordate al bar ma meno credibili.
Voglio essere vista come una donna d’affari, non un oggetto sessuale, anche se il problema delle molestie esiste».
Soprattutto, aggiunge ancora, se ai party ci sono «cameriere vestite come fatine. Mia madre aveva i capelli corti, non si truccava, non ha mai messo i tacchi e mai indossato vestiti eleganti», conclude Eileen, che vuole solo essere a suo agio al lavoro, senza cedere a stereotipi.
Un consiglio per chi cerca lavoro? «Guardate ai numeri, guardate alla leadership, parlate con le donne che ci lavorano. Se un’azienda non vi sembra un posto dove potete ottenere il massimo dal vostro potenziale, non andate a lavorarci»
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