Le abilità dei bambini si sviluppano negli asilo nido
martedì 11/04/2017
L’alto numero di bambini affidati ad asili nido e scuole d’infanzia ha da tempo mosso l’attenzione della comunità scientifica sugli effetti dell’accudimento dei bambini diverso da quello materno-familiare.
Si è parlato a lungo degli effetti sullo sviluppo cognitivo, attestando che la frequenza di istituti d’infanzia aumenta il quoziente intellettivo, le abilità linguistiche e le capacità motorie soprattutto nei bambini in condizioni domestiche svantaggiate, registrando risultati positivi che si attenuano però al raggiungimento della scuola elementare.
Uno studio recente di Daniela Del Boca, Enrica Maria Martino e Daniela Piazzalunga presentato su www.lavoce.it analizza, invece, lo sviluppo di abilità non cognitive – perseveranza, motivazione, capacità di interazione – derivanti dalla frequenza di nidi e scuole di istruzione fin dai primi mesi di vita, riportando esiti positivi nel lungo periodo soprattutto sulla qualità della vita dei soggetti interessati, sui risultati scolastici e nel mercato del lavoro.
Risultati tanto contrastanti hanno spesso spinto le autorità a non investire nel settore, lasciando alle cure materne lo sviluppo dei bambini da 0 a 4 anni. Tuttavia, secondo le studiose citate, possibili spiegazioni a riguardo possono essere ascritte all’intensità e alla durata dei programmi, alla qualità dell’esperienza e anche all’età in cui si frequenta l’istituto.
In Europa dove prevalgono nidi pubblici di qualità elevata e omogenea, ad esempio, la valutazione di una riforma introdotta in Spagna mostra che la scuola dell’infanzia per bambini di tre anni ha un effetto positivo sui risultati scolastici fino all’età di 15 anni. In Danimarca la frequenza dell’asilo nido all’età di due anni ha un effetto positivo sia sui rendimenti scolastici sia su abilità non comportamentali fino all’età di 16 anni.
Infine, un’ipotesi è che l’azione positiva dell’asilo nido perduri nel tempo proprio grazie al suo effetto sugli aspetti non cognitivi – affermano le studiose.
Solo con l’intervento delle autorità sarebbe possibile garantire la qualità dei programmi scolastici anche per le scuole d’infanzia. Un sostegno importante non solo per le madri lavoratrici, che potrebbero affidare con serenità i propri figli ad istituti riconosciuti, ma anche per i bambini che potrebbero frequentare ambienti diversi da quello domestico per più ore al giorno.
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