Per la parità di salari tra uomini e donne dovremo aspettare il 2133

martedì 24/11/2015

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Secondo il World Economic Forum nel 2015 le donne guadagnano quello che gli uomini guadagnavano dieci anni fa.

E' quanto si evince dal Global Gender Gap 2015, l'indice stilato ogni anno dal WEF che tenta di fornire un quadro preciso dell'ampiezza e della portata della disparità di genere nel mondo. L'analisi è condotta su un gruppo di 145 paesi sulla base della loro capacità di colmare il divario di genere in quattro aree principali: la partecipazione economica e le opportunità, l'istruzione, la salute, le aspettative di vita e il potere politico.

Il report rivela che il gap di genere negli anni si è ridotto, ma ad un ritmo talmente lento che se si mantiene costante, probabilmente ci vorranno 118 anni perché le donne abbiano uno stipendio pari a quello degli uomini.

GGGR Global Top 10 S

Grandi passi in avanti sono stati realizzati in termine di salute e istruzione, ma i progressi non sono stati uniformi. In paesi come la Cina l'Armenia e l'India le donne devono combattere ancora con diffuse violenze, malattie e malnutrizione. Ancora più lento il progresso nel settore delle opportunità, della partecipazione politica e di quella economica.

Le università vedono un numero sempre maggiore di donne che si iscrivono ai corsi di laurea, tanto che in ben 68 paesi costituiscono addirittura la maggioranza dei lavoratori qualificati, ma solo in 4 paesi su 145 rappresentano la maggior parte dei leader di governo. 

Nel mercato del lavoro quindi le donne sono ancora una risorsa economica sottovalutata e poco utilizzata. Lo squilibrio che ne deriva sta causando la perdita di numerosi talenti, che a sua volta sta limitando la nostra capacità di generare crescita sostenibile e posti di lavoro. Le donne sono perfettamente consapevoli di questa disuguaglianza salariale, che tendono infatti ad essere poco motivate nell'entrare (o rientrare) nel mondo del lavoro.

La sorpresa dell'anno è il Ruanda, analizzato solo da due anni, unico paese dell'Africa sub-sahariana non solo a rientrare nei primi 10 in classifica, ma a posizionarsi addirittura al 6° posto. Il merito è delle ottime prestazioni in ambito di partecipazione politica, economica e opportunità. I punteggi risultano leggermente compensati da divari di genere più ampi in materia di salute, sopravvivenza e istruzione ma il suo risultato in classifica è già un vero successo, in un paese perseguitato negli ultimi decenni da guerre civili e genocidi.

Sono passati vent’anni dalla piattaforma di Azione di Pechino, progetto ratificato da 189 Paesi in tutto il mondo con l'obiettivo di ridurre in modo sostanziale il gap di genere, la parità economica tra i sessi è migliorata solo del 3%, complice anche la crisi finanziaria

Ad oggi il luogo migliore per le donne resta l'Europa del Nord. L'Islanda per il settimo anno consecutivo è al vertice della classifica, occupando anche il primo posto per empowement politico, avendo avuto negli ultimi 50 una donna per 20 anni consecutivi al comando. Record anche per il numero di giorni concessi ai neo-papà per il congedo parentale: ben 90 giorni contro i 2 attuali dell'Italia.

Già, e l'Italia? Sebbene non compaia nella top 10, si classifica oggi al 41° posto, il migliore mai ottenuto dal 2006, anno di istituzione del Global Gender Gap. In un anno abbiamo scalato la classifica di ben 28 posizioni, merito soprattutto del settore politico, grazie agli otto ministeri su sedici guidati oggi da donne. Tuttavia ad oggi l'Italia non ha ancora mai avuto un premier o capo di Stato donna.

Restiamo però indietro per opportunità e partecipazione economica femminile. Nel settore relativo al mercato del lavoro occupa in classifica la stessa posizione di paesi come Cuba, Messico, Arabia Saudita, Bangladesh. Inoltre, le donne italiane continuano a guadagnare meno degli uomini, a parità di mansione.

GGGR Italy 2015

Le donne che siedono nei cda delle società quotate e pubbliche sono il 26,5% secondo i dati Consob, mentre il Wef ci assegna ancora solo l'8%.

Si nota qualche discrepanza nel report, ma Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del WEF, tiene comunque a precisare che l’ampiezza dei gap di genere nei paesi in tutto il mondo è il risultato combinato di diverse variabili socio-economiche e culturali. “Pertanto l'indice cerca di fornire una serie completa di dati e un metodo chiaro per il monitoraggio dei divari nell’ambito di ciascuna area al fine di aiutare i singoli paesi a mettere in atto adeguate politiche nazionali per raggiungere l’uguaglianza tra donne e uomini”.

Il WEF ha realizzato perfino un calcolatore di gender gap che consente di sapere che età avremo quando il gender gap sarà finalmente colmato, e fornisce una panoramica degli ultimi risultati ottenuti dal proprio paese di appartenenza in una breve infografica.  

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