ADUA – Igiaba Scego #mondidelledonne
martedì 18/02/2025
ADUA – Igiaba Scego
di Costanza Naldini
Una narrazione a tinte vivaci; un linguaggio violento, perché dalla violenza è segnata la vita dei protagonisti di questo romanzo i quali, tra flash back e riflessioni, quasi in un flusso di coscienza narrano, senza sconti, esistenze dolorose: quella di Adua, una bellissima ragazza somala che sogna il successo e il cinema in Italia e si trova sfruttata nelle riprese di un film porno; quella di Zoppe, il padre della protagonista, che sceglie di collaborare con il nemico sognando la libertà ma viene sottoposto a ogni sorta di umiliazione ed angheria; quella di un paese martoriato dalla guerra, la Somalia.
Zoppe, che conosce le molte lingue del Corno d’Africa, fa l’interprete per gli invasori italiani e vivrà una vita di rimorsi e di incomunicabilità.
Adua, che illusa e sfruttata da un sordido produttore italiano, subisce la mutilazione genitale per volere del padre, secondo usanze raccapriccianti, non si fa più illusioni né sulla sua terra di origine, né sull’Italia, né sull’amore. Sposa un immigrato molto più giovane di lei al quale affibbia il soprannome di Titanic, perché arrivato a Lampedusa su un barcone, ed è lucidamente consapevole che l’unico legame fra loro, oltre al paese di origine, è il bisogno di protezione e pasti caldi di lui, che in realtà spera di emigrare in nord Europa.
Tre vite somale, diverse, accomunate dalla sofferenza.
Un testo doloroso che vale la pena leggere. Un testo che insieme ad altri due: La linea del colore (2020) e Oltre Babilonia (2008) forma quella che l’autrice chiama "la trilogia della violenza coloniale".
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