Il nuovo CD dell’Associazione delle donne della banca d’Italia si è insediato. Uso appositamente questa antiquata espressione per evocare la solennità del fatto (si comincia) e la difficoltà forse non solo mia di parlare e scrivere in maniera informale.
Mi piace questo CD (consiglio direttivo): 4 socie del CD del 2014, 3 nuove socie, un buon mix, una dinamica salutare e stimolante, continuità e ricambio. [1]
Insediate e insidiate, come molte donne che lavorano in questo istituto, dalle tante esigenze che reclamano il nostro tempo. Insediate, ma non sedute. Alla prima riunione eravamo in sei, quattro fisicamente insieme, una in teleconferenza, una via skype. Si riesce a comunicare e condividere anche a distanza.
Sette punti all’ordine del giorno, dedicati all’inserimento delle nuove e alla ripresa delle attività, riprendendo alcune delle proposte delle socie nelle ultime due assemblee, soprattutto per migliorare la comunicazione, tenuto conto anche del recente ingresso di nuove socie.
Le cariche sono state decise rapidamente: Presidente Paola Ansuini, vice Emanuela Nuccetelli, Paola già in carica, Emanuela di fresca nomina, una molto pratica, l’altra che dice “grazie, ma non contate su di me per ricordarvi gli appuntamenti”. Ciascuna a modo suo al centro di una fitta rete di contatti che è poi la principale ricchezza di una associazione come la nostra.
Emanuela ha scritto il resoconto della riunione. Leggetelo, è sul sito a questo link. Io vi racconto qui le mie impressioni. Mi è piaciuta la velocità con cui ci siamo accordate sulle cariche. Mi fa soprattutto piacere che abbiamo scelto come guida del CD donne apparentemente complementari, che magari in altri contesti non sceglierebbero di collaborare.
Ho apprezzato la combinazione di entusiasmo e realismo con il quale le altre socie hanno descritto le iniziative in corso, da loro pensate e curate (la ludoteca, il mentoring).
Mi ha soprattutto colpito l’attenzione a salvaguardare il ruolo e l’identità dell’ADBI, cosa che non avevo pienamente apprezzato e che invece ora mi appare come un aspetto fondamentale, di cui ho capito per la prima volta l’importanza. Anche questo è un valore femminile, secondo me, fare o far fare, piuttosto che apparire.
La capacità di ognuna di noi di usare esperienza del proprio lavoro e conoscenze tra colleghe per promuovere l’ADBI, ma rispettare le competenze e le convenienze. Stimolare la Banca a riflettere, invitare e proporre azioni, trovare le persone con cui parlare, avere una direzione ma agire con discrezione. Questo mi è sembrato il filo conduttore dei discorsi che hanno fatto le socie del “vecchio CD”. Mi è anche piaciuto che quando ho cercato di interrompere un ragionamento che mi sembrava troppo di dettaglio e ho proposto di rimandarlo, mi hanno detto che invece era meglio non rimandare e cercare di affrontare le questioni immediatamente, come si presentano.
Queste cose mi stanno a cuore, e promettono bene per l'ADBI:
1) cerchiamo un linguaggio semplice;
2) incontriamoci spesso, usando telefonini o altri modi per superare le distanze e risparmiare tempo;
3) scandagliamo esperienze e contatti;
4) concentriamo gli sforzi;
5) troviamo un modo di lavorare armoniosamente ma senza complimenti.
Questo primo CD è servito per riassumere e ripartire e, per me, per rafforzare la mia convinzione che questo è un momento favorevole per le donne in Banca, da riconoscere e usare.
[1] Paola Ansuini, Angela De Maria, Cristina Mastropasqua, Isabella Stefanangeli. Annalisa Bucalossi, Sabrina Cicin, Emanuela Nuccetelli.