Un’armonica sinfonia a più voci nel webinar decido IO, La violenza al tempo del Covid, organizzato il 25 novembre scorso da Soroptimist International, associazione con la quale ADBI condivide l’appartenenza al network Inclusione Donna.
Il seminario è stato l’occasione per approfondire con un ricco panel di esperte (con una presenza maschile!) le ricadute della pandemia sulla violenza non solo fisica, ma anche economica: basti pensare che dei posti di lavoro persi il 60% sono delle donne, alle quali fanno anche capo il 90% dei congedi Covid presi nel corso del lockdown e successive restrizioni. Paradossalmente la pandemia, con l’esplodere delle possibilità di incontro e confronto sulle varie piattaforme, ha consentito non solo la piena emersione del problema ma anche il fiorire di un ampio dibattito sulle azioni positive da intraprendere, nella consapevolezza dell’importanza dell’advocacy, di un empowerment di genere che va ben oltre l’emancipazione, della necessità di incidere sul cambiamento culturale.
Il fil rouge dei vari interventi è stata la considerazione su come nonostante un impianto normativo ormai abbastanza completo non si riesca a invertire la crescita del fenomeno della violenza. Si sente quindi l’esigenza di spostare il focus dalla repressione alla prevenzione, anche se con varie sfumature: alcune mettono in evidenza la necessità di accrescere i protocolli di recupero del maltrattante (per ora attivabili solo se consenziente) altre di incidere sempre più sulla cultura creando un sistema di condanna sociale nei confronti di stereotipi e comportamenti.
Significativo al riguardo l’intervento della senatrice Valeria Valente, appena reduce dall’approvazione all’unanimità in senato del ddl “Statistiche in tema di violenza di genere” che finalmente consentirà una raccolta dati precisa sul fenomeno, anche attraverso la relazione vittima/colpevole, per indagarlo meglio e per leggerlo correttamente: perché più lo si conosce più lo si può combattere con armi efficaci, consentendo l’emersione di tanto sommerso. Rispetto alla necessità di un cambiamento culturale la senatrice ha anche richiamato l’importanza di costituire un’alleanza con uomini “illuminati” ai quali dare la parola come ambassador: è un tema su cui siamo impegnate anche noi ADBI!
La capitana dei Carabinieri Maria Antonia Secconi, ha illustrato la strategia delle quattro P della convenzione di Instanbul (prevenzione, persecuzione dei reati, protezione per le donne e politiche integrate) e ha posto l’attenzione sull’esigenza di combattere la vittimizzazione secondaria da un lato e di impedire le recidive dall’altro, il tutto attraverso i protocolli dell’Arma che prevedono formazione per carabinieri specializzati, la stanza “ tutta per sé” creata in molte città in collaborazione con il Soroptimist, incontri di sensibilizzazione e formazione nelle scuole, soprattutto nei quartieri più disagiati.
E’ stata poi la volta dei centri antiviolenza il cui punto di vista è fondamentale per il ruolo svolto in questo periodo di crisi. Antonella Veltri e Marcella Pirrone, presidenti rispettivamente di DIRE e di WAVE hanno messo in evidenza come il Covid e il lockdown abbiano aumentato la violenza tra le mura domestiche e come a causa del forte digital gap le donne costrette a stare in casa siano marginalizzate e quindi oggetti resi ancora più deboli. Oltre alle difficoltà pratiche dovute alla mancanza di risorse (difficoltà di approvvigionamento mascherine, tamponi ecc.) sono state evidenziate le criticità dovute al venir meno della rete dei servizi con cui i centri antiviolenza interagiscono. Le relatrici hanno quindi auspicato la valorizzazione di questi centri, soprattutto attraverso l’acquisizione e l’utilizzo di risorse per la formazione permanente e professionale degli operatori e per la mediazione culturale, fondamentale per interagire con le migranti.
L’interessante webinar è stato infine arricchito dall’intervento della direttrice dell’ISTAT, Linda Laura Sabbadini, incentrato sui motivi dell’aumento della fragilità delle donne nella pandemia, che ha colpito una situazione già compromessa agendo sugli aspetti più vulnerabili (maggior impiego nei servizi, più colpiti dalla crisi rispetto all’industria) e sulla considerazione che le evidenze ISTAT mostrano come sia diminuita la violenza più lieve, soprattutto perché le giovani riescono a mettere fine precocemente ad una relazione malata, ma come la restante violenza invece si sia incattivita. È necessario quindi incidere sulla cultura contro gli stereotipi ma anche porre in essere azioni positive e strutturali, quali servizi, aiuti all’imprenditoria femminile, impegno nello sviluppo delle carriere e non solo all’ingresso attraverso la decontribuzione, che da sola non può bastare.
L’impegno attivo del Soroptimist International sull’argomento della violenza continua ancora per 16 giorni e avrà il suo culmine il giorno 10 dicembre, Soroptimist day, in cui si celebrerà la giornata dei diritti umani.