Promozioni al tempo del Coronavirus


In questi tempi di grande emergenza e di isolamento forzato,  arriviamo con un po’ di comprensibile ritardo a formulare i complimenti alle cinque colleghe che, grazie alle nomine del 6 marzo scorso, hanno raggiunto un importante traguardo, assumendo ruoli di vertice. In particolare vogliamo essere “terribilmente faziose” e tributare un applauso più lungo alle nostre 2 socie, Silvia Fabiani e Antonella Magliocco, neo Capi(e?) Servizio.

Oltre a complimentarci e sperando che presto si torni alla normalità, riteniamo importante riflettere sul complesso degli avanzamenti per mantenere alta l’attenzione su temi del genere e di genere. In tale prospettiva non possiamo non stigmatizzare il fatto che, ancora una volta, la presenza delle donne è minoritaria con percentuali che non riflettono la composizione della compagine: su 24 provvedimenti assunti per rafforzare le strutture esistenti o per completare l’assetto di vertice dei Dipartimenti di recente costituzione, solo 5 riguardano colleghe; tra loro, 4 Capi Servizio, un collocamento in staff al Capo Dipartimento e ancora nessuna donna Vice Capo Dipartimento.

Dando un rapido sguardo all’assetto di vertice del nostro Istituto, così come si configura a valle della recentissima ristrutturazione, si conferma una ridotta presenza di donne nel senior management, che induce a valutare con preoccupazione il futuro. Con i due nuovi Dipartimenti, il numero delle strutture, inclusa l’UIF, sale a 10; fra i responsabili, solo due donne e ancora per poco tempo, considerata la prossima messa in pensionamento di una di loro. Su 14 Vice Capi Dipartimento, nessuna donna; la sola presenza femminile fa capolino come una delle due figure di staff. Se consideriamo le Direzioni dei Dipartimenti e coloro che hanno un grado equiparabile, su 29 senior manager solo 3 sono donne, appena il 10%! Questa percentuale non risulta coerente né con la presenza femminile nella compagine del personale, né con la percentuale obiettivo che la Banca si è data (passare dall’attuale 30% al 33% delle donne Direttore). La presenza delle donne è ben maggiore e più in linea con la proporzione della compagine femminile nell’Istituto se si guarda ai responsabili delle Sedi: fra Direttori di Sede e sostituti le donne rappresentano il 30%, peraltro con una netta differenza fra Direttori (9%) e sostituti (50%). Tale crescita, che si è manifestata proprio di recente, potrebbe essere interpretata come una perdita di rilevanza delle filiali o, interpretazione che ci piace di più, come risultato di meccanismi di selezione che funzionano meglio, premiando la qualità delle persone.

Tra le note positive che ci piace sottolineare, la prima nomina di donne a capo dei Servizi Banconote e Operazioni sui mercati. Non abbiamo modo di valutarlo pienamente, ma la sensazione è che l’aver rotto il soffitto di cristallo in Servizi, e, nel secondo caso anche un Dipartimento, finora caratterizzati da vertici tutti al maschile non possa che avere effetti positivi.

Consapevoli che la piena valorizzazione delle differenze non è conseguibile con singole figure, ci auguriamo che con queste nomine si voglia avviare un processo verso un maggiore equilibrio di genere nelle strutture e nella Banca tutta, per un migliore impiego e sviluppo dei talenti femminili.

Cogliamo come aspetto critico invece le nomine tutte maschili al vertice del Dipartimento Risorse umane e Organizzazione: sorprende che non si ritenga utile beneficiare anche di un punto di vista femminile nella gestione di funzioni così delicate e importanti per la vita dell’Istituto e della sua compagine.

In conclusione, in attesa che si arrivi finalmente ad una più piena valorizzazione della componente femminile del personale dell’Istituto, testimoniata anche da una adeguata rappresentanza a livello di senior management, esprimiamo la più viva soddisfazione per le colleghe nominate nei nuovi incarichi e facciamo loro i nostri complimenti. Ci auguriamo che non solo le socie ADBI, ma anche tutte le altre donne che hanno assunto un ruolo direttivo, sappiano esprimere uno stile di leadership efficace e femminile, empatico ed inclusivo.