Family Welcome è il nome della società di sette donne-mamme che, dopo aver perso il lavoro per motivi affini e stanche di essere considerate un peso per le aziende perché donne con figli, hanno messo su un’impresa digitale, tutta incentrata sulla famiglia.
L’idea parte da Priscilla Galloni, romana ritrovatasi senza lavoro dopo la nascita del primo figlio. A 39 anni, dopo una carriera in una multinazionale ed una promozione ottenuta durante la gravidanza, la sua posizione viene soppressa in seguito alla richiesta di aspettativa lunga, avanzata a causa dei problemi di salute del bambino.
Priscilla decide di reagire. Ispirata da un’iniziativa spagnola, fonda il blog che poi darà vita all’agenzia, dove inizia a dare consigli su ristoranti, locali, vacanze e servizi “family friendly”. Chiama a collaborare Teresa Saragò, avvocata 44enne, a casa per motivi simili, ed Ester Galani che cerca di avere un figlio facendo attenzione all’equilibrio vita-lavoro, ma l’azienda per cui lavora non perdona: oggi si occupa della comunicazione dell’agenzia digitale, assieme ad Ilaria Mercanti, anche lei licenziata quando ancora era incinta.
Al team si uniscono tutte donne con storie simili, Ilaria Martino e Daria Oliva, e infine Alessandra Greco, licenziatasi dopo aver avuto un aborto spontaneo, mentre lavorava in un Istituto scientifico dove stava a contatto con solventi chimici.
Il passaggio dal blog all’azienda è un attimo: grazie alla pubblicità e all’organizzazione di eventi, queste sette donne creano un network intorno all’impresa di essere genitore, esperienza meravigliosa ma anche difficile per la gestione carriera/famiglia.
Family Welcome è un esempio positivo della capacità delle donne di diventare imprenditrici di sé stesse, facendo rete. Nell’azienda non si fa solo marketing: si condividono esperienze, cure parentali, informazioni sulle attività ricreative, consigli sulla salute e su “tutto ciò che semplifica e rende più divertente la vita con i bambini“, come recita uno slogan del blog.
Per saperne di più www.familywelcome.org.
Fonte: Il Corriere della Sera