Informare e parlare di donne nel settore ICT sembra essere ancora un terreno fertile per gli stereotipi di genere. Solo il 30% dei 7 milioni di persone impiegate nel mondo ICT è, infatti, rappresentato da donne e la percentuale di donne nelle posizioni di vertice è davvero esigua Questo dato però è in netto contrasto con i dati aggiornati del settore ICT: ogni anno si aprono più di 120 000 nuove posizioni di lavoro. Un’informazione corretta contribuirebbe in modo positivo alla crescita occupazionale delle donne nel settore, favorendo l’economia in generale: uno studio condotto dall’Unione Europea nel 2013, infatti, afferma che in seguito ad un maggiore ingresso delle donne nel settore ICT il PIL europeo annualmente beneficerebbe di circa 9 miliardi in più.
Uno dei tasselli indispensabili per raggiugere questo traguardo è l’informazione corretta e l’abbattimento dei pregiudizi di genere.
Presentare profili ICT come più “adatti agli uomini” è fuorviante. Un cambio di passo occorre soprattutto nell’informazione a causa del numero esiguo di donne laureate (oggi solo 29 su 100 donne laureate hanno una laurea correlata e di queste solo 4 sono impiegate nel settore). Uno dei pilastri del Mercato Unico Digitale è la e-society dove le persone possono gestire le proprie vite online con buone infrastrutture e buone abilità. Per incentivare le donne nel settore Tech occorre supportale in tre ambiti: istruzione, imprenditorialità, ricerca e innovazione. L’informazione corretta sul mondo ICT deve dunque, non rappresentare un fattore demotivante per le donne, ma stimolare il loro percorso in un settore che necessita di figure specializzate, a prescindere dal sesso.
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