Le quote rosa servono - Paola Profeta - lavoce.it


Le quote di genere sono state introdotte nei consigli di amministrazione e collegi sindacali delle società quotate italiane dalla legge 120/2011, detta legge Golfo-Mosca. La quota è fissata per il primo rinnovo pari al 20 per cento e per i successivi due al 33 per cento. Si tratta di una misura temporanea, le quote sono obbligatorie solo per tre mandati. L’idea sottostante è che sia necessaria una misura choc, per rompere un equilibrio consolidato in cui i consigli di amministrazione erano quasi esclusivamente maschili. Grazie alla legge Golfo-Mosca, l’Italia è passata dal 6 per cento di presenza femminile nei consigli di amministrazione delle società quotate al circa 23 per cento attuale (nostre elaborazioni su dati Consob, gennaio 2015). Il risultato è stato ottenuto nonostante l’Italia soffra di ritardi enormi nell’uguaglianza di genere sul mercato del lavoro, con un tasso di occupazione femminile pari al 47 per cento, terzultimo in Europa, seguito solo da Grecia e Malta. Negli ultimi cinque anni ci sono stati in Italia diversi studi e nuove evidenze sugli effetti dell’introduzione, sia nella politica sia nelle aziende, delle quote di genere.

Ma non si tratta solo di un effetto numerico.

Come mostrato dal progetto Women mean business and economic growth  in corso presso il dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri in partnership con l’Università Bocconi, mostrano che non solo il numero di donne in posizioni di vertice è aumentato, ma anche la governance delle società è migliorata. le quote determinano una vera e propria rivoluzione.

I risultati in dettaglio in “Gender quotas: Challenging the Boards, Performance and the Stock Market”, Dondena 92 e Cesifo 6084).