Le donne e l'educazione finanziaria


La scarsa conoscenza dell'ambito finanziario influenza in maniera negativa la capacità di scegliere correttamente come impiegare i propri risparmi ed intraprendere investimenti di lungo termine. Chi ne risente maggiormente sono proprio le donne, mediamente più longeve degli uomini, che spesso si ritrovano in età avanzata ad avere difficoltà nel mantenere un adeguato tenore di vita, a causa delle frequenti interruzioni di carriera e delle minori risorse accumulate durante la vita lavorativa.

La capacità di saper prendere autonomamente le giuste decisioni in materia di pianificazione finanziaria diventa ancora più necessaria quando si parla di donne divorziate oppure vedove, magari con figli ancora a carico.

Nel 2015 Standard&Poor’s Ratings, McGraw Hill Financial e Gallup hanno realizzato un interessante ricerca in 148 Paesi di tutto il mondo, coinvolgendo oltre 150 mila persone in un questionario di educazione finanziaria. La ricerca è stata condotta insieme ad Annamaria Lusardi, nominata dal New York Times fra i sei economisti più influenti al mondo. La professoressa Lusardi insegna da decenni nelle università statunitensi, è autrice di numerose pubblicazioni sul tema del risparmio e dell’educazione finanziaria, nonché fondatrice del Global Financial literacy excellent center (Gflec).

Il risultato del sondaggio non lascia dubbi: solo una persona su tre raggiunge la sufficienza. Ancora più preoccupante il dato su l’Italia, che è il Paese con il più basso livello di alfabetizzazione finanziaria tra le economie avanzate: solo il 37% degli italiani conosce tre dei quattro concetti fondamentali della finanza (inflazione, diversificazione, interessi composti e capacità di calcolo).

Le donne se la cavano un po’ peggio, specialmente quando rispondono alle domande con un “non so”. Per avere un termine di paragone, è stato lanciato un secondo sondaggio in Olanda, eliminando le opzioni dubitative. In questo caso, le signore hanno quasi sempre indicato le risposte corrette. «Significa che le donne non si sentono sicure di sé quando si parla di finanza. E fanno benissimo a dubitare».

Lusardi ricorda che spesso i luoghi dove si decidono le cose importanti della finanza sono il campo da golf ed il pub. Ma in questi mondi magari il boss invita il neo assunto, non la neo assunta. E così le donne restano indietro. Però quando c’è da mettere un po’ di ordine, spesso si scelgono professioniste donna. Ne sono un esempio Janet Yellon Yellen alla Federal Reserve americana, Christine Lagarde a capo del Fondo Monetario Internazionale, in Italia Antonella Mansi, chiamata a gestire il caos della fondazione Monte dei Paschi di Siena. Il motivo probabilmente è che sanno prendersi cura dei risparmi e sanno dubitare, «ma devono ancora fare massa critica».

Sicuramente le donne riusciranno a cambiare il linguaggio finanziario ed influenzare positivamente il sistema, ma è fondamentale che si riesca a portare l’economia e la finanza nelle scuole.

«I crac di CariFerrara, Banca Etruria, CariChieti e Banca Marche dovrebbero averci insegnato che le decisioni finanziarie sono molto importanti. Uno Stato ha il dovere di investire nell’educazione alla finanza, alle elementari, alle medie e alle superiori, così come ha il dovere di fare una corretta attività di prevenzione sanitaria». Secondo l’economista, finanza e medicina sono i lati della stessa medaglia, entrambi contribuiscono al benessere dei cittadini. Più investiamo in educazione e prevenzione, meno persone - povere e malate - ci saranno da assistere con il welfare.