Nella foto: Nemat "Minouche" Safik (a sinistra) e Charlotte Hogg (a destra).
La Gran Bretagna è da tempo impegnata in varie battaglie riguardanti la parità di genere, prima fra tutte la diversificazione dei consigli di amministrazioni delle grandi aziende britanniche. Nel 2015 è stato raggiunto l'obiettivo del 25% di donne all'interno dei CD, anche se tra le 100 maggiori società quotate in borsa, Ftse100, sono presenti solo cinque amministratori delegati donna.
Ora i riflettori sono puntati sulla Bank of England, il cui governatore Mark Carney ha iniziato mandato solo nel 2013, ma si parla già di successione. Carney ha da tempo lasciato intendere che avrebbe lasciato il suo incarico prima degli otto anni di mandato completo.
Ad inizio gennaio l'Economist ha pubblicato un articolo dell’editor del Financial Times, Lionel Barber, che ha espresso chiaramente la sua previsione per il 2016 e gli anni a venire. I due nomi chiave saranno quelli di due donne: Nemat "Minouche" Safik, nata in Egitto, ex-analista del Fondo Monetario Internazionale, tornata a Londra come vice-governatore della banca d'Inghilterra; e Charlotte Hogg, ex-manager di due grandi banche commerciali, la Santander e la Morgan Stanley, ora nominata "chief operating officer" alla banca centrale inglese.
Secondo Barber, non è improbabile che la poltrona di governatore sia occupata da una delle due donne, segnando così un cambiamento epocale: fino ad oggi infatti nessuna donna è stata mai eletta governatore.
Del resto la Gran Bretagna non è nuova alle donne al vertice: Sua Maestà la regina Elisabetta II è stata incoronata 63 anni fa, facendo così del suo regno il più longevo della storia britannica.