Tina ha diciassette anni quando, il 26 settembre 1944, è costretta ad assistere all'impiccagione di un gruppo di giovani partigiani nella piazza di Bassano del Grappa. Uno spettacolo terribile, che suscita in lei una risposta immediata: non si può restare spettatori della violenza dei nazifascisti senza tradire i valori della libertà e della pace. Non a caso il suo racconto autobiografico, elaborato da Anna Vinci a partire da una lunga intervista, prende le mosse proprio dall'esperienza di staffetta partigiana che la porterà a maturare l'interesse per l'attività politica. Nel dopoguerra Tina Anselmi partecipa in prima persona, dall'interno della Democrazia Cristiana e del sindacato, alla ricostruzione delle istituzioni, formandosi nel confronto con personaggi quali Dossetti, De Gasperi, Pertini, Di Vittorio, Togliatti. E soprattutto con l'insegnamento di Aldo Moro, del quale è allieva e amica. Il rapimento e l'assassinio dello statista rappresentano una prova drammatica per lei, chiamata a fare da tramite fra la famiglia e il partito, che ha scelto di non trattare con i terroristi per la salvezza del suo leader. Eppure non si tira indietro, e con lo stesso senso di responsabilità, nel 1981, accetta la presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2, compito che le costerà intimidazioni e minacce. In questo libro Tina Anselmi ripercorre i momenti più significativi del suo percorso politico, riflettendo sugli ideali che lo hanno ispirato, sul ruolo dei cattolici, sulla centralità delle istituzioni: una testimonianza nella quale riaffiorano le qualità morali della parlamentare che ha legato il suo nome alle battaglie per la giustizia sociale e l'emancipazione femminile. Una lezione appassionata e autorevole che invita a riscoprire la bellezza di una politica al servizio dell'uomo.