“Il giudice delle donne”, Maria Rosa Cutrufelli presenta il suo ultimo romanzo


Roma, 25 maggio 2017 - Donne in Diplomazia (DID) ha invitato la scrittrice Maria Rosa Cutrufelli a presentare il suo ultimo libro, Il giudice delle donne. L’incontro è stato moderato dalla magistrata Rita Sanlorenzo e dalla presidente di DID, Natalia Quintavalle. Prima di dare la parola all’autrice, alcune socie DID  hanno letto brani del romanzo, un originale intreccio tra la storia del Regno d’Italia, le emozioni delle protagoniste, le pronunce delle corti di appello sullo Statuto Albertino.

Seguendo l’esortazione di Maria Montessori, nel 1906 dieci maestre marchigiane, in possesso dei requisiti di censo e di istruzione previsti per i cittadini italiani, ottengono dalla commissione elettorale di Ancona l’iscrizione alla lista elettorale. Il giudice che da il titolo al libroLodovico Mortara, è l’unico che in tutta Italia decide di respingere il ricorso del procuratore del re e di confermare il diritto delle donne di partecipare alla vita politica, in un’epoca in cui solo Australia e Nuova Zelanda ammettevano il voto per le donne.

La decisione di Mortara fu ribaltata dalla Corte di Cassazione e rinviata alla Corte d'Appello di Roma che nel maggio 1907 stabilì la cancellazione delle dieci donne dalle liste elettorali. L’autrice ci ha invitato a riflettere su quanto impegnativa sia stata la scelta delle protagoniste del suo libro di arrivare fino alla corte di appello, a cominciare dalla necessità - per quelle che erano sposate - di convincere i propri mariti, il cui permesso era necessario per intraprendere la causa. Del resto, ci ha ricordato, erano poche le maestre sposate, vista la difficoltà di trovare marito nella classe lavoratrice, perché troppo istruite, e in quella dei professionisti, perché troppo indipendenti. 

La vicenda è rimasta quasi sconosciuta per oltre un secolo, fino a quando l’autrice ha notato una targa commemorativa sul lungomare di Senigallia. Quelle donne coraggiose non sono famose; come osserva Maria Rosa Cutrufelli, più famigerate che riconosciute, sono state dimenticate dalle loro famiglie, che oggi per la maggior parte non sanno di questo importante pezzo della vita delle loro nonne. Una dimostrazione, secondo la scrittrice, della difficoltà delle donne a trovare riconoscimento nella storia ufficiale, ma anche nei ricordi personali.