#mondidelledonne - Cousins
Segnalazione di Zoe Milak
Nella primavera del 1983 il mio paese è stato preso dalla mania di "The Thorn Birds", una trasmissione televisiva tratta dal libro pubblicato dalla scrittrice australiana Colleen McCullough. Il libro racconta la storia della famiglia Cleary dalla loro origine in Nuova Zelanda all'Outback dell'Australia, attraversando due guerre mondiali, affrontando il pregiudizio contro gli irlandesi ed i cattolici e, al centro della storia, l'amore fra il prete Ralph de Bricassart (interpretato da Richard Chamberlain) e l'unica figlia della famiglia, Meghann.
Lessi il libro che ero a malapena dodicenne e, per questo, non ero in grado di capire tutti gli aspetti della storia, ma una cosa che ricordo è la scena in cui "Padre Ralph" incontra la famiglia Cleary per la prima volta e nota che, mentre l'aspetto fisico degli altri figli era tipicamente irlandese, il primogenito era più scuro di occhi, capelli e carnagione.
Solo proseguendo nella lettura del libro scopriamo, infatti, che il primogenito non era il figlio di Mr. Cleary, bensì di un altro uomo, di origine Maori. Non capivo chi fossero questi Maori e che significato avesse questo particolare nel contesto della storia e quindi feci una ricerca (nei giorni pre-Google consultai l'enciclopedia della scuola) e scoprii che i Maori sono il popolo indigeno della Nuova Zelanda. Con il passare degli anni ho imparato di più su questo popolo polinesiano e il loro maltrattamento perpetrato dai colonizzatori inglesi, fino all'assimilazione forzata.
Il libro, "Cousins" (Cugini), della scrittrice nuova zelandese Patricia Grace (non a caso per metà Maori) ci fa entrare nel mondo di questo popolo durante il periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale fino agli anni 80/90 tramite le esperienze variegate di tre cugine.
Attraverso i loro racconti assistiamo ai grandi cambiamenti nella società della isola pacifica: dalla soppressione della cultura Maori da parte degli "Europei" prima e subito dopo la Guerra, alla migrazione dei giovani dalla terra ancestrale e al passaggio da una vita basata sull'agricoltura di sussistenza alla vita urbana e al lavoro industriale.
In "Cousins", la prima cugina che incontriamo è May (Mata, nella lingua Maori) una ragazza abbandonata da suo padre europeo, a 5 anni quando sua madre Maori viene ricoverata in ospedale per la cura di una malattia cronica. Cresciuta in un collegio per ragazzi sfortunati, non sviluppa mai legami né con la sua identità Maori né con quella europea, rimane sempre senza radici. Il libro inizia proprio con i ricordi di Mata, una donna senzatetto di mezza età, che riflette sul suo primo e unico incontro con le due sue cugine, Makareta e Maleme. Vediamo l'impatto sulla psicologia di questa donna del pregiudizio che soffre nel mondo dei "bianchi", senza il sostegno della sua tribù di origine, sfruttata proprio dalle persone che avrebbero l'obbligo di proteggerla, anche al punto di negarle il contatto con la famiglia di sua madre, pronta ad accettarla. È successivamente abbandonata dal suo marito Maori, anche lui vittima delle opportunità offerte dalla vita in città. Alla fine lei, abbandonata più volte, trascura anche sé stessa e diventa una vagabonda senza speranza.
La seconda cugina, Makareta, è la principessa della famiglia, cresciuta per essere la sua salvezza e la sua continuazione. Suo padre è morto durante la Guerra, e sua madre, Polly, di una tribù diversa, è meramente tollerata, mai accolta come un membro della famiglia. Quando Polly decide di trasferirsi in città, la famiglia le impedisce di portare sua figlia con sé e invece decide di allevare la ragazza nelle tradizioni e nella lingua dei Maori in parallelo ad un'educazione "Western" con lo scopo di farla diventare la matriarca della famiglia e la custodia del loro terreno. Makareta si ribellerà a questo destino, scappando da un matrimonio combinato, per trovare sua madre e vivere una vita libera. Con il tempo diventerà attivista per i diritti dei Maori e ritroverà sua cugina, Mata.
L'ultima cugina, Maleme, è quella che sceglie una vita più tradizionale, abbandonando il suo sogno di trasferirsi in città per diventare attrice, per prendere il posto di Makareta come la salvatrice della famiglia.
Le tre donne rappresentano le reazioni del popolo Maori all'invasione del mondo occidentale e moderno sulla vita tradizionale tramite sia l'integrazione forzata sia il desiderio dei giovani per una vita più dinamica.
Il messaggio del romanzo è che l'identità essenziale dell'individuo deriva dai suoi legami con altre persone, e senza questi legami e senza il rispetto per la tradizione e il passato, si rimane senza coscienza di sé. Esso offre anche una "fotografia" della resilienza di un popolo maltrattato, che comunque ha trovato - e continua a trovare - il modo di mantenere un senso di comunità e orgoglio.